Daniela Cecchini, Sinestesie dell'io (La Caravella Editrice, 2016)
Con una nota critica di Giuseppe Stea Carissima Daniela, ho letto il tuo libro; anzi l'ho riletto. Nella prima lettura ho immediatamente colto tante sensazioni, ed ho voluto quindi "metterle a verifica". Ebbene, dalla seconda lettura, ho avuto la conferma (almeno, dal mio punto di vista): le tue poesie mi hanno toccato corde sensibili, che mettono in moto anche molti dei miei scritti: il tempo che passa inesorabilmente, con quel senso di malinconia e anche di rimpianto, che ti si insinua dentro lentamente, ma inesorabilmente; la voglia di non farsene travolgere e continuare a guardare avanti con tenacia, come quando nuoti controcorrente e nel momento in cui vorresti lasciarti andare dove la corrente ti porta, ritrovi le energie per nuotare verso dove tu vuoi e non dove la corrente ti vuol portare; nella piena consapevolezza della complessità della vita. Non so se queste mie sensazioni sono corrispondenti a quanto tu volevi esprimere; ma il bello della Poesia è proprio quello di "adattarsi" alle pieghe dell'anima di chi le legge.
Pinuccio Stea |