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Daniela Cecchini, Sinestesie dell'io (La Caravella Editrice, 2016)
Con una nota critica di Donatella Costantina Giancaspero
Nella sua silloge, "Sinestesie dell’io" (La Caravella Editrice, 2016), Daniela Cecchini compie una personalissima operazione letteraria, che taglia tangenzialmente il «genere» poetico in un «ibrido» oscillante tra narrazione, canto e strepito di strada. È un lavoro denso, questo, che trova la sua ragione espressiva nell’impiego di un frasario iperrealista, di un parlato popolato da efficaci idiomatismi: da essi traggono forza le immagini, ora stratificate e convulse, nel rappresentare la realtà e il suo volto spietato, ora sfumate di sentimento, sospese alla fragilità di un sogno, all’emozione di un ricordo nostalgico.
Tutta inscritta in un codice cantabile, quella della Cecchini è un esempio di poesia moderna: libera da sovrastrutture, scevra da intellettualistiche architetture, essa, dunque, si muove a salpare verso le isole dell’utopia della comunicazione immediata, seguendo le coordinate di un contesto segnico chiaro e immediato, incentrato sull’io lirico. Questa è la connotazione reale e sincera del libro di Daniela Cecchini, poiché in esso, come dichiara apertamente il titolo, prevale appunto l’Io: quello dell’autrice e quello dell’Uomo contemporaneo; in ogni caso l’Io, con tutte le sue "sinestesie", ovvero con tutto ciò che di contraddittorio, di conflittuale, di tragico abita il suo animo.
***
Lampo infinito
I tuoi occhi
riflessi nel mio specchio di lacrime.
Vorrei fermare questo lampo infinito,
stigmatizzare fuggevoli certezze.
Viaggio improbabile
il nostro.
Opposte sensazioni pervadono
la mia immaginazione.
La sabbia del tempo
scandisce
il ritmo incolore dell’esistenza
Nello spazio privo di confini,
noi, anime inadeguate,
mostriamo nudi i nostri limiti.
Vereconda ricerca
di precaria felicità:
ingannevoli gratificazioni
frettolose svaniscono.
Ascolto i silenzi del tempo,
disattese ormai le aspettative.
Vaghi pensieri mi implorano,
sordo dolore
di mancate risposte.
Ma la coscienza dei mutamenti
del tempo
mi obbliga, comunque, a proseguire
l’incerto cammino.
***
Clessidra
Clessidra implacabile
avrei voglia di frantumarti…
Minuscoli granelli di sabbia
cadenzano il mio tempo, disperso nell’aria.
Vorrei liberarmi di questa ineluttabile sequenza.
Ti inseguo, mi affanno
per poi soggiacere.
La velocità del dolore
è insuperabile.
Ma, forse, è il tempo che insegue me,
nell’infinita corsa a ostacoli.
***
Bambini tra le macerie
Occhi ingenui,
sofferenza taciuta.
Siria agonizzante, cumuli di macerie.
Oblio proditorio archivia memoria,
consegna ai carnefici
la vittoria del silenzio.
Fra rivoli di liquame
bambini inventano un gioco,
labile traccia di speranza.
Impronte emozionali
echeggiano, si rincorrono,
inciampano.
L’aria, pervasa di orrore,
sembra non sfiorarli.
Così sembra.
***
Diritto negato
(a Malala Yousafzai per il diritto all’istruzione)
Come ogni giorno, ritorno da scuola
nel pullman stracolmo di occhi penetranti,
che infondono timore.
Sotto le nostre lunghe vesti
le preziose fonti del sapere:
inconfessato segreto.
Corale sguardo abbassato,
anelito insperato, ascoso.
L’irrefrenabile sete di cultura
echeggia peccaminosa.
Diritto negato,
foriero di esecrabile violenza…
quella fisica minore.
Recondito afflato di sapere,
unico plausibile cammino
rotto da mano impietosa,
che ora mi aggredisce
e trasfigura il volto mio,
ma nulla può sulla ragione.
Non oso concepire
un universo espropriato
dall’armonia del conoscere:
linfa vitale per l’intelletto.
***
Umanità ostaggio del male
(In memoria della Shoah)
Umanità, ostaggio del male.
Occulta orrore, per poi restituirlo:
impietosa replica.
Sterile spirale
dell’infinita cronaca di vita.
Torbide anime
cercano assoluzione
nel tormento dei rimorsi.
Troppe storie taciute,
dimenticate.
La memoria, rapida, si dissolve.
Nessuna lezione
dal cruento passato.
Candido sangue
dell’olocausto offeso,
ove specchi riflettono
il medesimo flagello.
Mentre noi,
protagonisti delle nostre miserie,
laviamo la coscienza
con incerte scintille
di Humana Pietas.
***
Daniela Cecchini vive a Roma dove svolge la sua intensa attività di giornalista ed operatrice culturale, dedicandosi, parallelamente, alla poesia. Da oltre trent’anni esprime la sua creatività in vari campi: agli esordi, muovendosi tra cinema, teatro e moda, per approdare, più avanti, alle arti letterarie.
Membro di vari autorevoli movimenti culturali, tra i quali la Camerata dei Poeti di Firenze, l’Accademia V. Alfieri di Dalmazio Masini e il Circolo Smile di Francesco Mulè, scrive sulla pagina culturale del quotidiano online e periodico cartaceo Il Corriere del Sud (www.corrieredelsud.it), per la rivista bimensile “Quaderni” dell’Associazione Culturale Lo specchio di Alice, di cui fa parte, per la rivista francese La Voce, per l’Accademia Internazionale Il Convivio e per altre testate letterarie.
Recentemente l’Accademia Internazionale Il Convivio le ha conferito il titolo di Accademica per meriti artistici e culturali. Vincitrice di numerosi e prestigiosi premi per la poesia, è membro di Comitati d’Onore e Giurie Giornalistiche in Premi Letterari nazionali ed internazionali.
Con una nota critica di Donatella Costantina Giancaspero
Nella sua silloge, "Sinestesie dell’io" (La Caravella Editrice, 2016), Daniela Cecchini compie una personalissima operazione letteraria, che taglia tangenzialmente il «genere» poetico in un «ibrido» oscillante tra narrazione, canto e strepito di strada. È un lavoro denso, questo, che trova la sua ragione espressiva nell’impiego di un frasario iperrealista, di un parlato popolato da efficaci idiomatismi: da essi traggono forza le immagini, ora stratificate e convulse, nel rappresentare la realtà e il suo volto spietato, ora sfumate di sentimento, sospese alla fragilità di un sogno, all’emozione di un ricordo nostalgico.
Tutta inscritta in un codice cantabile, quella della Cecchini è un esempio di poesia moderna: libera da sovrastrutture, scevra da intellettualistiche architetture, essa, dunque, si muove a salpare verso le isole dell’utopia della comunicazione immediata, seguendo le coordinate di un contesto segnico chiaro e immediato, incentrato sull’io lirico. Questa è la connotazione reale e sincera del libro di Daniela Cecchini, poiché in esso, come dichiara apertamente il titolo, prevale appunto l’Io: quello dell’autrice e quello dell’Uomo contemporaneo; in ogni caso l’Io, con tutte le sue "sinestesie", ovvero con tutto ciò che di contraddittorio, di conflittuale, di tragico abita il suo animo.
***
Lampo infinito
I tuoi occhi
riflessi nel mio specchio di lacrime.
Vorrei fermare questo lampo infinito,
stigmatizzare fuggevoli certezze.
Viaggio improbabile
il nostro.
Opposte sensazioni pervadono
la mia immaginazione.
La sabbia del tempo
scandisce
il ritmo incolore dell’esistenza
Nello spazio privo di confini,
noi, anime inadeguate,
mostriamo nudi i nostri limiti.
Vereconda ricerca
di precaria felicità:
ingannevoli gratificazioni
frettolose svaniscono.
Ascolto i silenzi del tempo,
disattese ormai le aspettative.
Vaghi pensieri mi implorano,
sordo dolore
di mancate risposte.
Ma la coscienza dei mutamenti
del tempo
mi obbliga, comunque, a proseguire
l’incerto cammino.
***
Clessidra
Clessidra implacabile
avrei voglia di frantumarti…
Minuscoli granelli di sabbia
cadenzano il mio tempo, disperso nell’aria.
Vorrei liberarmi di questa ineluttabile sequenza.
Ti inseguo, mi affanno
per poi soggiacere.
La velocità del dolore
è insuperabile.
Ma, forse, è il tempo che insegue me,
nell’infinita corsa a ostacoli.
***
Bambini tra le macerie
Occhi ingenui,
sofferenza taciuta.
Siria agonizzante, cumuli di macerie.
Oblio proditorio archivia memoria,
consegna ai carnefici
la vittoria del silenzio.
Fra rivoli di liquame
bambini inventano un gioco,
labile traccia di speranza.
Impronte emozionali
echeggiano, si rincorrono,
inciampano.
L’aria, pervasa di orrore,
sembra non sfiorarli.
Così sembra.
***
Diritto negato
(a Malala Yousafzai per il diritto all’istruzione)
Come ogni giorno, ritorno da scuola
nel pullman stracolmo di occhi penetranti,
che infondono timore.
Sotto le nostre lunghe vesti
le preziose fonti del sapere:
inconfessato segreto.
Corale sguardo abbassato,
anelito insperato, ascoso.
L’irrefrenabile sete di cultura
echeggia peccaminosa.
Diritto negato,
foriero di esecrabile violenza…
quella fisica minore.
Recondito afflato di sapere,
unico plausibile cammino
rotto da mano impietosa,
che ora mi aggredisce
e trasfigura il volto mio,
ma nulla può sulla ragione.
Non oso concepire
un universo espropriato
dall’armonia del conoscere:
linfa vitale per l’intelletto.
***
Umanità ostaggio del male
(In memoria della Shoah)
Umanità, ostaggio del male.
Occulta orrore, per poi restituirlo:
impietosa replica.
Sterile spirale
dell’infinita cronaca di vita.
Torbide anime
cercano assoluzione
nel tormento dei rimorsi.
Troppe storie taciute,
dimenticate.
La memoria, rapida, si dissolve.
Nessuna lezione
dal cruento passato.
Candido sangue
dell’olocausto offeso,
ove specchi riflettono
il medesimo flagello.
Mentre noi,
protagonisti delle nostre miserie,
laviamo la coscienza
con incerte scintille
di Humana Pietas.
***
Daniela Cecchini vive a Roma dove svolge la sua intensa attività di giornalista ed operatrice culturale, dedicandosi, parallelamente, alla poesia. Da oltre trent’anni esprime la sua creatività in vari campi: agli esordi, muovendosi tra cinema, teatro e moda, per approdare, più avanti, alle arti letterarie.
Membro di vari autorevoli movimenti culturali, tra i quali la Camerata dei Poeti di Firenze, l’Accademia V. Alfieri di Dalmazio Masini e il Circolo Smile di Francesco Mulè, scrive sulla pagina culturale del quotidiano online e periodico cartaceo Il Corriere del Sud (www.corrieredelsud.it), per la rivista bimensile “Quaderni” dell’Associazione Culturale Lo specchio di Alice, di cui fa parte, per la rivista francese La Voce, per l’Accademia Internazionale Il Convivio e per altre testate letterarie.
Recentemente l’Accademia Internazionale Il Convivio le ha conferito il titolo di Accademica per meriti artistici e culturali. Vincitrice di numerosi e prestigiosi premi per la poesia, è membro di Comitati d’Onore e Giurie Giornalistiche in Premi Letterari nazionali ed internazionali.